NEWSLETTER 12 -2015
Responsabilità Professionale: APM scrive al Ministro, ai Presidenti delle commissioni Camera e Senato e alla presidente Fnomceo.
Alleanza per la Professione Medica ritiene che la questione sulla responsabilità professionale medica necessiti di una riflessione istituzionale definitiva. I medici non possono più far fronte ad una situazione che pregiudica il rapporto medico paziente.
“I continui rinvii da parte delle Commissione Affari Sociali della Camera e Igiene e Sanità del Senato, relativamente alla stesura di un testo unico sulla colpa professionale – spiega il portavoce Riccardo Cassi – e rispondendo all’appello del Presidente Vargiu che al convegno organizzato qualche giorno fa dalla Fnomceo, ha chiesto la collaborazione del mondo medico, hanno indotto Apm ad intervenire con un documento di proposta alla questione”.
“È un documento di riflessioni e di proposte concrete e ci aspettiamo per questo di poter essere ricevuti quanto prima in audizione.
Tra i punti più importanti: abbiamo sottolineato che lo Stato dovrebbe farsi carico degli errori che si verificano nelle Aziende sanitarie, salvo rivalersi in via amministrativa su chi ha commesso l’errore, in caso di provata inosservanza delle norme; che l’assicurazione obbligatoria per la responsabilità dei medici libero-professionisti dovrebbe poter usufruire di una disciplina rapportabile a quella dell’assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore.
E infine che il danno biologico conseguente all’attività dell’esercente della professione sanitaria dovrebbe essere indennizzato sulla base di specifiche tabelle di cui agli articoli 138 e 139 del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, eventualmente integrate con la procedura di cui al comma 1 del predetto articolo 138 e sulla base dei criteri di cui ai citati articoli, per tener conto delle fattispecie da esse non previste. (L. 189/2012, art.3, c.3)”.
BASTA CON LE ACCUSE AI MEDICI
La mediazione è possibile solo nel rispetto delle competenze e del riconoscimento del ruolo centrale del medico per la tutela della salute dei cittadini.
Così commenta Riccardo Cassi, portavoce di Alleanza per la Professione Medica, dopo la dichiarazione del Presidente Ipasvi a proposito del mancato accordo sul comma 566.
Sorprendono le accuse che ci vengono rivolte dal Presidente Ipasvi, di non voler cercare un compromesso, quando invece il compromesso non lo hanno mai voluto e che, con colpi di mano, leggi comma 566, si è inventato “atti diagnostici, complessi e specialistici” per appropriarsi della “diagnosi e terapia”, da sempre di competenza del medico. All’ultima riunione i medici non sono stati convocati, ma in precedenza inutilmente hanno partecipato ad incontri e trattative (non ultima la cabina di regia), trovando solo e sempre rigidità e la chiara volontà di spacchettare il paziente pur di vedere realizzate richieste di altra natura che nulla hanno a che fare con la salute dei cittadini. Come se la cura del paziente e l’assistenza non dipendessero da una diagnosi e da una terapia, che da sempre spettano al medico per il suo percorso universitario e per la sua formazione. I medici riconfermano la loro volontà a trovare soluzioni nel riconoscere una maggiore professionalità agli infermieri e a tutti gli operatori del Ssn, ma il riconoscimento non può essere a discapito del ruolo e della professionalità del medico e non può essere finalizzato solo ad un risparmio economico. Negli ultimi anni la questione delle professioni sanitarie è stata affrontata con interventi “spot” a favore di questo o di quello, senza un disegno organico complessivo e, soprattutto senza mai consultare i medici, i quali adesso non minacciano, ma non resteranno certo inermi e silenziosi ad assistere agli attacchi alla loro professione ed al loro ruolo centrale nella tutela della salute dei cittadini. A questo punto è necessario l’intervento del Ministero della Salute e del Parlamento; saranno loro a dover decidere ed assumersene le responsabilità.
PA: confermata l’esclusione dei Medici dal ruolo unico della dirigenza.
Le dichiarazioni del Presidente Cimo, Riccardo Cassi: siamo soddisfatti dell’approvazione al Senato della delega Madia che prevede l’esclusione dei Medici dal ruolo unico della dirigenza regionale, riconoscendone quindi la specificità di una dirigenza che si caratterizza nel coniugare aspetti di eccellenza professionale con una governance clinica del sistema; anche se non è stata esplicitata l’attivazione di un’area contrattuale autonoma, che dovrebbe essere la conseguenza naturale.
Comunque Il recupero della dignità professionale e del ruolo del lavoro del Medico nel SSN, che possa ridare speranza e fiducia ad una categoria demotivata da anni di blocchi (turn over e carriera), di sprechi e malgoverno regionali, è solo una prima tappa.
Occorre infatti che riparta l’attuazione dell’art. 22 del Patto della Salute, che deve ridefinire formazione, accesso, carriera e valutazione dei professionisti della sanità. Non è accettabile che i veti incrociati su un necessario e non più eludibile cambiamento, da parte di MIUR e Regioni, continuino a tenere tutto bloccato per una mera questione di potere, peraltro tra due istituzioni sulle quali grava gran parte della responsabilità dell’attuale crisi del SSN.
Chiediamo quindi al Ministro Lorenzin di riattivare al più presto il tavolo e di far si che si arrivi ad una rapida conclusione dei lavori. L’art. 22 è una parte fondamentale del Patto per la salute, farlo naufragare coinvolgerebbe tutto il sistema.
Notizie da CIDA
Il Consiglio dei Presidenti del 22 luglio, dopo approfondito esame della problematica e sulla base del parere formulato dallo Studio Orrick, ha deciso di riassumere come CIDA, in stretta collaborazione con le Organizzazioni nazionali aderenti, il ricorso alla Corte Costituzionale in tema di blocco della perequazione automatica.
Tale decisione F stata presa considerato il giudizio assolutamente negativo su come il Governo ha ritenuto di dare risposta alla sentenza 70/2015 della stessa Corte. Il prossimo 29 luglio una specifica riunione tecnica entrerà nei dettagli operativi del ricorso: ne riferiremo nel prossimo numero di CIDA NEWS.
In vista della prossima Legge di Stabilità, il Consiglio dei Presidenti ha deciso di costituire un gruppo di lavoro, supportato da esperti, finalizzato all’elaborazione di un documento organico su previdenza e fisco. A settembre forniremo dettagli sulla struttura del documento. Sarà il primo banco di prova per l’azione di proposta socio-economica che la CIDA è chiamata a svolgere.
Il Consiglio dei Presidenti del 22 luglio ha eletto Vice Presidenti Confederali Giorgio Rembado (FP-CIDA) e Guido Carella (Manageritalia) e Tesoriere Giuseppe Lavra (CIMO)
Comunque Il recupero della dignità professionale e del ruolo del lavoro del Medico nel SSN, che possa ridare speranza e fiducia ad una categoria demotivata da anni di blocchi (turn over e carriera), di sprechi e malgoverno regionali, è solo una prima tappa.
Occorre infatti che riparta l’attuazione dell’art. 22 del Patto della Salute, che deve ridefinire formazione, accesso, carriera e valutazione dei professionisti della sanità. Non è accettabile che i veti incrociati su un necessario e non più eludibile cambiamento, da parte di MIUR e Regioni, continuino a tenere tutto bloccato per una mera questione di potere, peraltro tra due istituzioni sulle quali grava gran parte della responsabilità dell’attuale crisi del SSN.
Chiediamo quindi al Ministro Lorenzin di riattivare al più presto il tavolo e di far si che si arrivi ad una rapida conclusione dei lavori. L’art. 22 è una parte fondamentale del Patto per la salute, farlo naufragare coinvolgerebbe tutto il sistema.
Tale decisione F stata presa considerato il giudizio assolutamente negativo su come il Governo ha ritenuto di dare risposta alla sentenza 70/2015 della stessa Corte. Il prossimo 29 luglio una specifica riunione tecnica entrerà nei dettagli operativi del ricorso: ne riferiremo nel prossimo numero di CIDA NEWS.