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Quando la sanità è priva di un progetto capace di coniugare i nuovi bisogni di salute con i
processi innovativi sia organizza- tivi che professionali e quando vi sono più interlocutori istituzionali anche in competizione tra loro, al- lora il timing delle riforme è af - dato a comma di leggi  nanziarie che testimoniano il fallimento del- la capacità di governare il nostro sistema salute.
Questa condizione apre scenari imprevedibili perché, da un lato, non apporta elementi di reale ristrutturazione del sistema, in quanto agisce attraverso “spot” unilaterali, e dall’altro genera una ulteriore instabilità al sistema disorientando sia il cittadino che i professionisti che lavorano nella sanità.
Molto spesso gli interventi “spot” sono volutamente ambigui, in- seriti all’ultima ora dai “soliti noti” e fonte di contenzioso e con it- tualità ma hanno sempre un solo obiettivo, quello di imporre gli in- teressi di alcuni anche a costo di indebolire l’intero sistema.
Senza entrare nel merito di una questione di cui se ne è parlato  n troppo, il comma 566 è stato frutto di un “blitz” con l’intento di dare una “spallata” alla pro- fessione medica ritenuta, oggi, in dif coltà e senza un progetto pur nella consapevolezza che è tutto il servizio sanitario nazionale in crisi. Ma, alla  ne, il comma 566 è servi- to a ricompattare il mondo medi-
una sanità in ostaggio. Dal comma 566 (2014), al comma 541 (2015)
co insieme alla propria Federa- zione e le manifestazioni di questi giorni lo hanno dimostrato anche facendo “inalberare” qualcuno. Davvero si crede che l’autonomia del medico ed i processi assisten- ziali di specialisti di elevata specia- lità possono essere “omologati” da un comma della  nanziaria? Davvero una Cabina di Regia, vo- lutamente pletorica per imporre il “divide et impera” è in grado di risolvere le volute ambiguità e giochi di parole contenute nel comma 566?
I medici non sono disposti a farsi “omologare” da nessuno tanto meno dai “soliti noti” soprattutto se usano toni arroganti; sono, in- vece, disponibili ad una concer- tazione seria a condizione che la Cabina di Regia sia resa veramente operativa. La Presidente Cherse- vani ha sostenuto, correttamente, che il provvedimento ha creato ulteriori incertezze e con ittualità; occorre, quindi, eliminare le ambi-
Guido Quici
Vice Presidente Nazionale Vicario CIMO
proFEssioni sanitariE
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