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DallE rEGioni
mente termini impropri o magari nendo per accostare alcuni sog- getti a fatti o contesti non appro- priati. A noi è purtroppo accaduto nel recente passato e ce ne ram- marichiamo pubblicamente, per- ché chi sbaglia deve anche aver il coraggio di scusarsi.
CIMO è stata in prima linea nella difesa dei propri iscritti e in una battaglia per la legalità nell’ambito della nota vicenda Tutino. Nel corso di quella triste espe- rienza il sindacato si è trovato di fronte alla ripetuta necessità di es- ternare il proprio punto di vista e di rintuzzare accuse e affermazioni ai limiti della calunnia. In un con- testo di veleni e di animi surriscal- dati, ci si è lasciati andare anche a qualche dichiarazione imprudente nei confronti dell’allora Commis- sario Straordinario degli Ospe- dali Riuniti Villa So a – Cervello di Palermo, Ignazio Tozzo, addebi- tandogli ingiustamente un’inerzia nei confronti di quel dottor Tu- tino, poi arrestato e attualmente
sospeso dal servizio, che in realtà oggi sappiamo non esserci stata. Fu anzi proprio l’avvocato Tozzo a girare le carte ricevute dal MIUR sulla mancanza di titoli di Tutino sia all’Assessorato della Salute che agli organi inquirenti.
Ma ci sono più recenti accadi- menti che svelano altre insidie alle quali ci espone la volontà e la ne- cessità di comunicare all’esterno: come nel più recente caso di di- chiarazioni apparse su un quoti- diano online locale e attribuite a CIMO con tanto di virgolettati, sul conto di un altro Direttore Gene- rale, Gervasio Venuti, tacciato di non essere in possesso dei re- quisiti necessari per ricoprire quel ruolo. Ebbene, la CIMO non ha mai fatto quelle affermazioni e anche in tale in occasione, anche se per altrui errore, si è resa ne- cessaria la precisazione e la retti - ca per sfuggire all’ennesima trap- pola mediatica, per scongiurare una riprovevole distorsione delle notizie e una seppur non inten- zionale manipolazione dei fatti. Osserviamo quindi come, oggi più di ieri, la linea di demarcazione tra vero e falso nella comunicazione mediatica si è fatta sempre più esile e il con ne tra fatti accaduti e notizie riportate può risultare sempre più confuso e indistinto. Da parte nostra, all’approccio so stico di alcuni cerchiamo di contrapporre con fermezza l’etica dell’informazione, perché comu- nicare le proprie idee non deve e non può equivalere a “fare” noti- zia a tutti i costi.
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